Roma: presentazione del volume “L’alba della ricostruzione. Tutela, restauro, urbanistica negli anni della Direzione generale di Ranuccio Bianchi Bandinelli”

Data:
5 Dicembre 2024

Roma: presentazione del volume “L’alba della ricostruzione. Tutela, restauro, urbanistica negli anni della Direzione generale di Ranuccio Bianchi Bandinelli”

Il volume, ad opera di Giovanna Russo Krauss – edizione Scienze e Lettere -, verrà presentato martedì 10 dicembre 2024 a Palazzo Patrizi Clementi (via Cavalletti, 2), dal prof. Filippo Coarelli e dal prof. Claudio Strinati, che si ringraziano per intervenire. Un evento organizzato dall’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, con saluti e introduzione della Soprintendente Margherita Eichberg e della presidente dell’Associazione Rita Paris.

Tutela, restauro, urbanistica che nella figura di Ranuccio Bianchi Bandinelli si uniscono ad archeologia (ma anche all’arte), per cui coltivò sempre una passione. Tutela del patrimonio dei beni culturali, devastato dal conflitto mondiale, che portò avanti ad esempio attraverso la rivista “Dialoghi di archeologia”, che diresse dal 1967; con un suo contributo del 1973 dal titolo Etruschi e Italici prima del dominio di Roma. Fautore (in questo seguito da Andrea Carandini) dell’importanza dello scavo archeologico.

Sull’onda di Benedetto Croce e Gramsci. Non a caso, infatti, dal 1957 al 1970, fu presidente del comitato direttivo dell’Istituto Gramsci.

Autore di diverse monografie su Chiusi e Sovana, nel 1926 partecipò al Convegno etrusco, interessato soprattutto ai temi dell’arte etrusca (in particolare dopo le scoperte fatte a Veio dieci anni prima).

Si dedicò di nuovo all’insegnamento all’Università di Firenze nel 1944, ma l’anno seguente si trasferì a Roma per assumere la carica di direttore generale delle antichità e belle arti, che mantenne fino al 1947, occupandosi del restauro dei monumenti danneggiati dalla guerra.

 Non solo. Il 13 maggio 1947 fu costituito il Comitato italiano di ICOM, con la presidenza dello stesso Ranuccio Bianchi Bandinelli.

Propose persino una riforma delle Soprintendenze, che prevedeva la separazione netta delle funzioni tecniche e amministrative da quelle scientifiche, alle quali riteneva dovesse essere dato il massimo rilievo.

Fu nominato socio nazionale dell’Accademia dei Lincei nel 1948. Nel 1951 fu inoltre incaricato di redigere la parte antichistica dell’Enciclopedia Universale dell’Arte. Negli anni Cinquanta prese più volte posizione contro i danni arrecati al patrimonio monumentale e ambientale del Paese dalla speculazione edilizia.

Sulla base del suo esempio sorse una scuola di pensiero che cambierà gli studi archeologici in Italia, di cui fecero parte, tra gli altri, Bruno D’Agostino, Andrea Carandini, Filippo Coarelli, Antonio Giuliano, Adriano La Regina, Mario Torelli e Fausto Zevi. Nel 1961 pubblicò il volume Archeologia e cultura, in cui erano raccolti gli scritti del dopoguerra e dove approfondiva il ruolo dell’archeologia nella cultura.

Nel 1974, poi, pubblicò una raccolta di scritti sulla situazione dei beni culturali (AA., BB.AA. e BC. L’Italia storica e artistica allo sbaraglio) e si interessò alla formazione del nuovo Ministero dei beni culturali.

Per questo e anche “per come la figura esce dalle pagine del libro, rafforziamo la nostra gratitudine a Ranuccio Bianchi Bandinelli, sperando di esserne degni eredi nel nostro quotidiano lavoro ministeriale”, chiosa la soprintendente Eichberg.


Allegati (1)

Ultimo aggiornamento

5 Dicembre 2024, 09:47