Tuscania: Necropoli “Madonna dell’Olivo”

Data:
1 Luglio 2023

Tuscania: Necropoli “Madonna dell’Olivo”

Dove:

  • strada consortile delle Poppe/strada vicinale Madonna dell’Olivo
    01017 Tuscania (VT)

Responsabile:

  • dott.ssa Simona Carosi

Contatti:

  • <sabap-vt-em@cultura.gov.it>
  • Ufficio Turistico P.le Trieste – Tuscania (VT) tel. 3288872377
  • 0761 436209

Orari

  • Martedì-Domenica, visitabile su richiesta tramite prenotazione ai contatti sopra riportati;
  • Ingresso gratuito

Necropoli “Madonna dell’Olivo”

La necropoli è situata circa 2 km  a sud-ovest di Tuscania, si affaccia sulla vallata del Marta rimanendo in vista dal Colle di S. Pietro, sede dell’antico abitato e sul quale sorsero in età medievale le bellissime chiese di San Pietro e Santa Maria Maggiore. La necropoli prende il nome dalla attigua Chiesa della Madonna dell’Olivo.

Pur essendo già in uso in età arcaica e tardo arcaica etrusca (VI-V secolo a.C.), essa è nota soprattutto per le tombe di età ellenistica (IV-I secolo a.C.) disposte a vario livello su più gradoni del terreno. Appartenute a famiglie di rango gentilizio, erano in origine provviste di facciate architettoniche con decorazioni anche scultoree in pietra (figure sia animali che umane e fantastiche), solo in parte pervenuteci anche per via dei crolli della rupe succedutisi nel tempo.

Nel gradone superiore si trova la “Grotta della Regina”, nota fin dall’800, che si colloca tra gli ipogei più significativi dei siti centrosettentrionali dell’Etruria. Il nome lo deve ad un affresco con figura femminile incoronata, oggi scomparso. Essa è costituita da un vasto ambiente conformato ad elle, al cui interno sono due robuste colonne sormontate da un abaco quadrato mentre un pilastro si trova nell’ala sinistra. Da tale ambiente si diparte un complicato sistema di cunicoli che si snodano nel sottosuolo su più livelli per diverse decine di metri; essi hanno provocato da sempre la curiosità popolare, ma anche degli studiosi, divisi sulla possibile interpretazione del complesso architettonico al quale si sono volute attribuire anche, sia pur discutibili, valenze sacro-misteriche.

Nel 1967 vennero scoperte e riportate in luce la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni e i tre sepolcri della famiglia dei Curunas (IV-I secolo a.C.), che hanno restituito sarcofagi in pietra (nenfro), esposti nel Museo Archeologico di Tuscania.

Decorata in rilievo con scene di Amazzonomachia su tre lati e con una lotta fra animali sul quarto lato è la cassa di sarcofago (rinvenuto privo di coperchio) restituita dalla Tomba del Sarcofago delle Amazzoni, costituta da due camere in asse, purtroppo sconvolte dal crollo di buona parte delle pareti e del soffitto.

I numerosi sarcofagi dalle tombe dei Curunas sono provvisti di coperchi per lo più riproducenti la figura del defunto.

Nel Museo Archeologico di Tuscania si conservano anche i corredi che contano ceramiche di varia tipologia, anche di esecuzione pregiata e di varie fabbriche; il gruppo più importante di oggetti è comunque rappresentato da vasi di bronzo (in particolare quelli della Tomba I Curunas facenti parte di un sontuoso servizio da mensa), ai quali si affiancano specchi figurati, utensili e ornamenti del mondo femminile.

Ad epoca più antica (V secolo a.C., se non ancora sullo scorcio del VI secolo a.C.) risale un interessante sepolcro a due camere comunicanti attraverso due porte, caratterizzato dalla decorazione scolpita nel banco all’interno del secondo vano: una fitta travatura del soffitto compresa negli spazi tra il columen e i mutuli, i quali sono peraltro impostati su lesene rese a rilievo sulle pareti.

Ultimo aggiornamento

3 Ottobre 2023, 12:16