Roma – Palazzo Patrizi Clementi: presentazione del libro “Donne e violenze di guerra. Uno sguardo sull’età antica”

Data:
3 Ottobre 2025

Roma – Palazzo Patrizi Clementi: presentazione del libro “Donne e violenze di guerra. Uno sguardo sull’età antica”

Dopo la presentazione nel 2023 del suo libro “Donne al potere in Oriente e Occidente fra Tardoantico e Medioevo”, Mariarosaria Barbera torna a Palazzo Patrizi Clementi con la sua ultima fatica “Donne e violenze di guerra. Uno sguardo sull’età antica”.

Qui ci sarà la presentazione mercoledì 8 ottobre 2025, nella sala delle colonne al primo piano, dalle ore 16,30 alle ore 19 circa, con il contributo a supporto degli altri relatori che interverranno: Rossella Rea, già direttrice dell’Anfiteatro Flavio e Roberto Petriaggi, direttore della Rivista Archaeologia Maritima Mediterranea.

Da vari anni la scrittrice si è occupata di temi storici, scandagliando l’universo femminile, partendo dall’antichità e persino dal mito, per attualizzarli e contestualizzarli all’epoca moderna.

Archeologa, ha diretto anche la Soprintendenza Speciale di Roma e il Parco Archeologico di Ostia Antica (che ha ottenuto anche il Marchio del Patrimonio Europeo). Autrice di oltre un centinaio di pubblicazioni scientifiche, tra cui anche tre monografie: “Donne romane in esilio a Ventotene. L’opposizione femminile tra Augusto e Domiziano” (2021), nel 2022 “Donne al potere in Oriente e Occidente fra Tardoantico e Medioevo” e la terza, del 2023, “Impronte di donne. Realtà femminili nell’antichità classica”. Ed è proprio l’impronta che queste donne lasciano il fulcro di questi testi e che sarà oggetto di dibattito nella presentazione del libro. Con una dedica speciale “A tutte le donne che hanno sofferto e soffrono per le violenze di guerre”. Da qui si partirà, quale fulcro nodale. Per non dimenticare.

Donne e violenze di guerra” si ricollega alla contemporaneità delle violenze di genere, laddove le donne sono viste come oggetti, ‘prede’, bottini di guerra e ricompense per la vittoria e la conquista. Violenze che si ricollegano ai temi della giustizia, del possesso e del potere. Sete di prevaricazione, di dominio, di un’egemonia perversa degli uomini in una società prevalentemente maschilista e patriarcale. La donna è sempre stata assoggettata all’uomo, dedita alla cura dei figli e della casa, mentre l’uomo belligerante prendeva tutti i tributi e la gloria per la sua mascolinità, che si tramutava in prepotenza. Fino ad annientare e annullare la figura femminile (“rapite, uccise, sacrificate o ridotte in schiavitù”).

Tuttavia esiste una duplicità che stravolge l’ordine controvertendo quasi le gerarchie. Le donne, spesso umiliate e abusate fisicamente, giungono al punto di riprendersi la scena, fino ad arrivare ad essere fondamentali, a ricoprire un ruolo centrale risolutivo, come parte attiva in guerra, pur restando nella retroguardia e non agendo in prima linea. Diventano guida e sostegno per gli uomini (si pensi ad Andromaca che dà consigli al marito Ettore nell’Iliade di Omero); fino ad essere ‘riconosciute’ e onorate.

Uno spiraglio che si apre sullo scenario bellico nel Mediterraneo.

Dunque, come era stato per “Donne al potere in Oriente e Occidente fra Tardoantico e Medioevo”, l’obiettivo che si pone la dott.ssa Barbera sembra essere, attraverso lo studio, la ricerca e un excursus in parallelo storico, da profonda e competente conoscitrice qual è dell’universo femminile, quello di far cadere i tabù che vogliono considerare ancestrali epoche più remote, mostrandone viceversa tutta la modernità e la portata simbolica nell’esempio e nel messaggio che lasciano. Spaziando fra lo scenario greco e quello romano e passando per i più celebri autori dell’età antica (come Erodoto, Plutarco, Tucidide o Aristofane). Abbiamo un mondo femminile complesso: figure mitologiche come le Amazzoni o le Furie o Erinni. Si va dalle mediatrici e operatrici di pace, ad altre che invece hanno indotto alla guerra (non mancano schede di approfondimento all’interno del volume). Contribuiscono a volte all’andamento della guerra. Teti, madre di Achille, fornisce armi al figlio per la guerra di Troia.

Guerra roba da uomini e donne ridotte in schiavitù in uno stato d’inferiorità, nell’anonimato. Quasi prive di diritto perché era consuetudine che appartenessero agli uomini e al vincitore. Tanto che Nicole Loreaux e Pascal Payen arrivano a parlare di narrazioni femminili “fuggitive e opache”, oscurate, sempre in fuga e nell’ombra, la cui presenza però si percepisce.

Fino ad ispirare una certa iconografia peculiare, specifica e tipica.

Prigioniere di guerra, poche si ribellarono e poche furono ‘risparmiate’ dall’abuso, tanto fisico che psicologico. Tutto per una semplice scelta politica, di strategia per la supremazia. Una lotta per il potere, a cui fa eco la richiesta di giustizia e di pace.

“Un lavoro e un impegno gravosi, ma mi sono sentita in dovere comunque di procedere. Confesso che soprattutto la prima parte, che tratta delle vittime di guerra, è stata dolorosa”, commenta l’autrice.


  • accesso libero in sala fino ad esaurimento posti:
  • per informazioni: vedi locandina allegata

Allegati (1)

Ultimo aggiornamento

3 Ottobre 2025, 12:00