Tuscania: necropoli etrusca di Sasso Pinzuto – conferenza di fine scavo campagna 2025
Data:
1 Agosto 2025

Giovedì 24 luglio scorso, presso l’accogliente agriturismo Casa Caponetti (in località Quarticciolo a Tuscania), a partire dalle ore 17:30, si è tenuta la conferenza conclusiva di fine scavo della campagna 2025 alla necropoli di Sasso Pinzuto. Scavo in concessione Ministeriale in stretta collaborazione con la Soprintendenza.
Di fronte a un pubblico numeroso e partecipe, composto da addetti ai lavori, appassionati e cittadini, sono stati presentati i risultati della campagna 2025 con un riferimento anche alle prospettive di indagine per il futuro.
“Si conferma ogni anno l’avanzamento della ricerca, con dati e conoscenze in più: un vero arricchimento per tutti”, commenta la funzionaria archeologa referente di zona, dott.ssa Simona Carosi.
Un’esperienza emozionante, non solo teorica, ma anche pratica e individuale, in quanto anticipata da una visita allo scavo
Il Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies (Firenze) e l’Università di Napoli Federico II conducono dal 2022 campagne di scavo nella necropoli etrusca di Sasso Pinzuto a Tuscania. Nella necropoli, esplorata dall’Ottocento in poi da indagini non regolari, sono documentate oltre 130 tombe a camera scavate nel vivo della roccia tufacea, risalenti al VII-VI sec. a.C.: le tombe di maggior rilievo sono contenute in tumuli in parte ricavati nella roccia e in parte costruiti in opera quadrata con blocchi di tufo.
I tumuli, concentrati nel settore settentrionale della necropoli, dominano la sottostante strada etrusca scavata nel tufo, che in epoca romana repubblicana verrà inserita nel percorso della via Clodia, e guardano l’acropoli dell’antica città di Tuscania, occupata oggi dalla monumentale basilica romanica di San Pietro. Nel corso del tempo nell’area dei tumuli, che corrisponde al settore di maggior rilievo della necropoli di Sasso Pinzuto, sono state rinvenute lastre di terracotta decorate a stampo con scene figurate riproducenti temi cari alle aristocrazie etrusche di epoca arcaica quali cortei di carri, banchetti e danze, attestate anche in altre necropoli etrusche circostanti Tuscania, senza però identificare le strutture, i cui tetti in origine decoravano.
Questi edifici, costruiti dai gruppi aristocratici proprietari delle tombe adiacenti per esaltare la propria posizione sociale e i propri valori, erano utilizzati anche per svolgere culti funerari. Nel 2024 a Sasso Pinzuto è stata individuata la fondazione di una struttura quadrangolare in opera quadrata di tufo di poco più di 6 m di lato, sita a ridosso dei tumuli e di una piccola platea tufacea: a propria volta su quest’ultima si aprono cavità di varie forme, deputate a ospitare sepolture e speciali rituali, come documentato anche in altre necropoli etrusche.
Nella campagna del 2025, un team internazionale di docenti, dottorandi e studenti provenienti non solo dall’ateneo di Napoli Federico II, ma anche da Università di Francia (Lyon), Inghilterra (Oxford), Spagna (Madrid Complutense), Svezia (Göteborg, Lund, Uppsala), nonché dai partecipanti statunitensi al corso di formazione CAMNES, ha intrapreso l’esplorazione dell’edificio (oikos) di Sasso Pinzuto, con particolare attenzione alla definizione della cronologia dell’edificio, che le terrecotte architettoniche rinvenute in precedenza datano al secondo quarto del VI sec. a.C. Nella trincea di fondazione del muro meridionale della struttura, ricavata nel vivo dello strato tufaceo naturale, è stata individuata una teca inviolata. Lunga ca. 80 cm, era coperta da una lastra di tufo e delimitata sui lati corti da due spezzoni tufacei collocati in senso verticale nella trincea di fondazione tra lo strato naturale e il muro dell’oikos, che a propria volta ne costituiscono i lati lunghi; conteneva un gruppo di cinque vasi di bucchero, attualmente in corso di microscavo, per definirne il riempimento originario. Tra il vasellame spicca un attingitoio, dotato di un foro laterale prospiciente, con funzione di poppatoio. Ciò permette di attribuire la sepoltura a un individuo neonatale, databile alla prima metà del VI sec. a.C.
L’esplorazione completa dell’oikos di Sasso Pinzuto consentirà di acquisire dettagli strutturali sull’edificio e informazioni sull’uso e sulla categoria di strutture simili: nelle necropoli etrusche di Vulci e Cortona in corrispondenza di sepolture monumentali sono emersi anche i resti murari di edifici risalenti alla prima metà del VI sec. a.C., che costituiscono i confronti più puntuali per l’oikos di Sasso Pinzuto. Questo nucleo di edifici, oggetto di notevole interesse, necessita ancora di studi dedicati e approfonditi sulla costruzione, ma anche sulle modalità di abbandono e distruzione, forse intenzionale. Pertanto saranno esaminati in una specifica giornata di studi in programma per il 2026.
La ricerca continua e le scoperta da indagini archeologiche e diagnostiche promettono di stupire.


Ultimo aggiornamento
1 Agosto 2025, 17:01