Restaurato il Pallone di Garnerin

Data:
1 Maggio 2023

Restaurato il Pallone di Garnerin

Inaugurazione Esposizione presso Museo dell’Aeronautica militare di Vigna di Valle – 03/05/2023

Restaurato, sotto la supervisione scientifica della Soprintendenza, il noto Pallone di Garnerin, custodito all’hangar ‘Troster’ del Museo dell’Aeronautica militare di Vigna di Valle, la cui esposizione sarà inaugurata il 3 maggio. Un modo per celebrare il centenario della fondazione dell’Aeronautica militare, che ricade proprio in questo 2023.

Un’operazione tutt’altro che facile quella del restauro, in quanto era ridotto in frammenti che non è stato facile riassemblare, anche per la loro diversa componente.

8 spicchi, 4 in tela di cotone e 4 in tela di seta, ciascuno alto massimo 989 cm e largo al più 284 cm, per circa 2270 cm di circonferenza complessiva.

E già le dimensioni rendono bene l’entità della problematica nel maneggiarlo e del ‘suo’ allestimento.

Ad accoglierlo è una vetrina. La teca, di 300 cm di altezza, larga 180×180 cm, occupa uno spazio pertanto di circa 270 cm in altezza e 175x175cm in larghezza, per una circonferenza pari a 540 cm circa.

Dunque organizzare gli spazi non è stata cosa da poco, ma ancor meno decidere il modo in cui fissarlo ed esporlo. Un suo eventuale rigonfiamento parziale lo avrebbe danneggiato nei punti di giuntura creando pieghe che, a lungo andare, avrebbero potuto provocare delle ‘crepe’ o ‘fratture’.

Dunque si è optato per una soluzione diversa. Il pallone appare sorretto, supportato dall’alto da un gancio. Così appeso é ben visibile uno spicchio in seta, lasciato cadere e depositare sulla base, ripiegato a zig-zag su se stesso al centro, adagiato e sistemato con attenzione con l’inserimento di imbottiture idonee nei punti di piegatura per evitarne l’usura.

L’esposizione in vetrina, poi, ne risalta la tonalità, scelta con cura anche se con non poche vicissitudini. Per dare un effetto ‘naturale’, ma soprattutto ‘omologante’, è stata necessaria un’attenta valutazione di tutte le opzioni possibili. Sono state effettuate 18 prove, ma alla fine la tonalità selezionata è stata una ‘leggera’ tendente al mattone chiaro. Sono stati evitati colori neutri e il beige, poiché avrebbero creato un cosiddetto “effetto macchia” nelle lacune troppo ‘marcato’. La tintura con questa coloritura è stata eseguita da una ditta specializzata di alta moda di Prato.

Il risultato sarà sotto gli occhi di tutti.

E non sono state meno le vicissitudini subìte dal cimelio, conservato da bene oltre 35 anni nel Museo. Ma come è giunto sin qui? E, soprattutto: da dove proviene?

Si tratta di un vero e proprio reperto storico, risalente all’800, fatto costruire dal colonnello André-Jacques Garnerin, aeronauta e inventore francese che realizzava mongolfiere e palloni aerostatici, in un’occasione speciale. Siamo nel 1804 e Napoleone Bonaparte viene incoronato imperatore. Per omaggiarlo Garnerin ideò questo pallone, in seta e del valore di circa 23mila franchi, che decorò con una corona imperiale e circa 3mila lampioncini. Durante i festeggiamenti lo avrebbe fatto volare libero in cielo, ma una lettera al suo interno lo avrebbe identificato: vi indicò il suo nome con cui firmò la ‘sua’ opera spiegando il motivo della sua genesi, la nascita e il contesto in cui era sorta e di come fosse stato lanciato in aria per la ricorrenza dell’investitura dell’Imperatore; inoltre chiedeva di essere informato sul luogo del suo rinvenimento.

Ma il percorso che fece il cimelio fu abbastanza complesso e articolato. E i giri che lo videro protagonista lo avrebbero portato addirittura nei pressi della tomba di Nerone a Roma. Cadde, infatti, dapprima sul sepolcro di Publio Vibio Mariano e poi, da lì, sarebbe arrivato sino al lago di Bracciano.

Qui fu trovato da dei pescatori del posto, che lo consegnarono al Vaticano che, a sua volta, lo avrebbe donato al Museo dell’Aeronautica nel 1978, per volere di papa Paolo VI.

Ma la sua storia travagliata non finisce qui. Sin da principio un’aura di malasorte colpì persino il suo ideatore. Al momento del lancio in volo in Francia, infatti, le fiaccole sulla cupola della cattedrale si spensero a causa del forte vento e l’imperatore lo interpretò come un segno di sventura, tanto da ‘rinnegare’ il colonnello Garnerin.

Tra storia, mito e leggenda, resta il fascino di un reperto che molto ancora cela. La sua ‘lettura’ finora è stata solo parziale. Non a caso saranno effettuate ulteriori ricerche storiche (e d’archivio) e indagini diagnostiche per capirne di più, anche a convalida di quanto raccontano i segni e dati tecnici oggettivi visibili sul pallone.

Ultimo aggiornamento

4 Ottobre 2023, 10:59